L’ORIENTAMENTO SCOLASTICO: UNO STRUMENTO DI CRESCITA E AUTOREALIZZAZIONE
Come specialista di psicologia e psicoterapia conosco bene l’importanza di specifici punti di riferimento, interiori ed esteriori, che consentono ad ogni individuo di affrontare i principali cambiamenti previsti dai vari passaggi evolutivi. Ma cosa si intende per “punti di riferimento”? E perché assumono una rilevanza all’interno dei processi di cambiamento?
I punti di riferimento rappresentano quegli elementi che ci consentono di sviluppare spazi di riflessione per aumentare l’autoconsapevolezza riguardo le nostre risorse e i nostri limiti e dunque operare scelte adeguate in merito alle proprie traiettorie di vita.
A questo proposito si accennava al fatto che questi punti di riferimento possano essere interiori, come ad esempio gli interessi, le capacità, i desideri, le abilità, o esteriori, come la famiglia, i legami amicali, i processi di informazione, il contesto lavorativo.
Un importante momento evolutivo che caratterizza la vita di ogni studente è il passaggio dalla scuola secondaria di I grado alla scuola secondario di II grado. La scelta scolastica al termine del percorso della scuola primaria e secondaria di primo grado rappresenta la prima grande decisione che un ragazzo è chiamato a compiere relativamente al proprio futuro. Molti studenti, di fronte a tale responsabilità, si trovano spesso impreparati o “disorientati” e, per questo motivo, rischiano di scegliere in modo frettoloso e superficiale oppure di affidarsi al parere degli amici e dei compagni di classe; ma a questa età il consiglio dei coetanei si basa più sul desiderio di condividere le esperienze che sull’effettiva capacità di capire cosa potrebbe essere meglio per l’altro.
Le azioni di orientamento scolastico hanno lo scopo di porre l’alunno nelle condizioni di conoscere se stesso per operare scelte consapevoli e efficaci, sia nell’ambito degli studi da intraprendere dopo la terza media, sia nell’ambito delle scelte professionali e del mercato del lavoro. In altre parole, significa offrire una “bussola” all’alunno che gli consenta di orientarsi dentro se stesso, aprendo degli spazi di riflessione sulla base di specifici punti di riferimento interiori (quali le attitudini, gli interessi, le abilità e le inclinazioni, il profitto e il grado di impegno nello studio, le competenze, i valori, gli aspetti voliti…) ed esteriori (il consiglio dei genitori, il parere degli insegnanti, l’offerta formativa presente sul territorio e l’analisi del mercato del lavoro…).
Una buona scelta scolastica migliora l’autostima, aumenta la fiducia in se stessi e costituisce la base per ulteriori apprendimenti; i fallimenti, di contro, possono rappresentare una fonte di frustrazione e, se non affrontati adeguatamente, possono essere causa di atteggiamenti di rinuncia o di abbandono e dispersione scolastica. La probabilità di successo scolastico e lavorativo è legata anche alla scelta di un percorso di studi soddisfacente, in cui lo studente sia disposto ad impegnarsi per affrontare le difficoltà che potrà incontrare.
Il ruolo dei genitori è di fondamentale importanza nel processo decisionale riguardante la scelta della scuola superiore, essi infatti hanno la responsabilità di aiutare i figli ad affrontare i passaggi di vita, consigliandoli e sostenendoli nei momenti critici. La famiglia ha la funziona di supportare il lavoro dei docenti, evidenziando le aspettative del figlio e aprendo un dialogo costruttivo e di rispetto verso le ipotesi di orientamento del ragazzo.
La persona è, quindi, protagonista del processo di orientamento, non deve subire condizionamenti e deve essere preparata a fare scelte di vita e professionali motivate nelle varie fasi della vita. La possibilità di compiere scelte realistiche, nell’immediato e nel futuro che siano congruenti con il proprio progetto di vita deriva, quindi, dalla capacità decisionale che si fonda su un’approfondita conoscenza delle opportunità e delle risorse disponibili.
L’orientamento si configura dunque come parte integrante di un processo educativo generale con una visione più ampia di esso nel quale collocare, appunto, il processo di orientamento. Parliamo quindi di un intervento educativo finalizzato all’esplorazione delle risorse personali al fine di identificare la strada migliore da percorrere per “aiutare i giovani ad aiutare se stessi” nella costruzione del proprio futuro di vita.
Dott.ssa Giulia Palmieri
Psicologa-Psicoterapeuta